Athame

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STORIA

“Athame” è una delle parole di cui non si conosce l’etimologia certa. Non si sa esattamente quale sia il suo significato. L’unica persona che ha azzardato una spiegazione è l’autore britannico Idries Shah, autore del libro I Sufi nel quale scrive: ”Il coltello rituale cripticamente chiamato “Athame”. Da adbdhame.‘ Secondo Shah, questa parola faceva parte del linguaggio parlato da un’antica tribù beduina che si faceva chiamare Aniza e che era guidata da un carismatico stregone noto come Abu el-Atahiyya. Shah ricostruisce il significato della parola in Lettera di Sangue. Interessante è l’aspetto che la migrazione degli Aniza verso la Spagna permise la diffusione di alcuni degli aspetti che si installarono e si diffusero in Europa, adeguandosi ai culti precedenti e che divenne il culto delle streghe come lo conosciamo noi. E’ emerso che nel Legemeton Clavicula Salomonis, il grimorio per l‘evocazione degli spiriti attributo a Re Salomone, l’ athame è nominato come un coltello cerimoniale, il che lo riporterebbe alla funzione di Lettera di Sangue.

COS’È?

L’athame esternamente è un pugnale, niente di più. Come ogni altra arma ha una Iama e un manico. Per motivi tecnici e rituali la Iama dell’athame è in acciaio. L’acciaio è una lega molto forte di alcuni metalli tra cui prettamente ferro e carbonio.

USO

Come abbiamo visto precedentemente l’uso di un coltello dal manico nero si trova anche nel Grimorium Verum e spiega di crearlo così: “In giomi ed ora di Marte, in Luna crescente, farete fare un coltello di acciaio nuovo, che sia d’una grossezza di poter tagliare il collo d’un capretto in un sol colpo; al quale farete un manico di legno, in glomo ed ora di Marte come sopra, e col bulino inciderete sul detto manico”. Nella Clavicola è noto anche come Spada dell’Arte o col nome di Athame e si ritiene sia una lama d’acciaio infissa in un manico di legno. Va forgiata o acquistata nel giorno e l’ora di Giove (pianeta del successo e della prosperità), in un periodo di Luna crescente. La Spada può essere costituita anche da una lunga punta d’acciaio montata su di un manico isolante, come legno laccato. Serve alla “di-soluzione dei coaguli elettrici e degli agglomerati di forze planetarie”.
Come coltello rituale non viene mai usato per tagliare niente di fisico. Non si usa per tagliare le erbe, non si usa per intagliare simboli, non si usa per intagliare le rune nel legno, non si usa per ripulire i candelabri dalla cera.. Dal momento in cui l’athame viene consacrato e quindi un pugnale adatto allo scopo diviene un athame, se la lama viene sporcata di sangue o se viene utilizzato a sproposito smetterà in maniera immediata di essere ciò che era prima, tornando ad essere un misero pugnale a doppia lama senza più alcun uso rituale. E non potrà mai più tornare allo stato di strumento magico. Non potrà mai più essere usato per ritualizzare (quanto meno in maniera consona, degna, coerente e soprattutto energeticamente affidabile). Queste cose si sentono e si leggono ovunque ma è importante chiarire: l’athame taglia solo le energie del cerchio per uscire e per entrare. Punto. Il resto del lavoro viene svolto dal bolline che è un coltello differente usato appositamente per i lavori manuali della strega (erbe, candele, incisioni ecc..). L’athame, come qualsiasi altro strumento di natura maschile, ha forma fallica, quindi favorisce l’energia in maniera proiettiva, ecco perché viene anche nominato come l’estensione del “braccio della strega”. Quando tracciamo un cerchio diveniamo canali delle energie universali che passando dentro di noi si proiettano lungo il braccio fino alla punta estrema dell’athame per dirigersi alla creazione dello spazio sacro. Anche per questo il manico è nero, perché è il punto di contatto tra noi e l’athame, il punto di scambio tra il corpo fisico della strega e lo strumento. Allo stesso modo, quando chiudiamo il cerchio (se la nostra pratica lo prevede) l’athame taglia le energie liberandole e bandendole, ma senza riassorbirle come farebbe invece uno strumento ricettivo. Chiude creando uno spazio sacro all’andata e apre e libera l’energia al ritorno. L’athame viene anche usato per altri scopi rituali come simbolo fallico, come nel Grande Rito Simbolico. L’usanza e la tradizione, oltre che il buon senso, prevede di non prestare MAI gli strumenti personali ad altre streghe. L’athame è uno di questi. Il motivo è perché si crea un legame profondo tra una strega e il suo strumento e l’utilizzo è esclusivo. Molte streghe insegnano addirittura a non mostrare a nessuno il proprio athame a meno che non sia una sorella o un fratello del cerchio, questo perché è uno strumento di grande potere e di natura molto personale e non va mostrato come fosse un soprammobile, ma soprattutto, il non farlo toccare, usare e vedere da altre persone che non siano streghe fidate deriva anche dal fatto che l’equilibrio energetico dell’athame è fragilissimo e dal momento della consacrazione il legame che lo lega alla sua strega è di perfetta armonia, calibrata energeticamente su chi ha “reso athame” un oggetto di natura consona che ne rispetta i requisiti. Il toccarlo o maneggiarlo da parte di altre streghe altererebbe questo delicato equilibrio con il rischio di spezzarlo o di inquinarlo, per quanto si possa provare armonia e simpatia per queste streghe. Quindi, l’athame serve per “dirigere” le energie che invochiamo noi e per bandirle/liberarle.

L’ASSOCIAZIONE AGLI ELEMENTI

In quanto strumento proiettivo e maschile per la maggior parte delle tradizioni l’athame è associato all’elemento “Aria”. Per capire il motivo per cui l’Athame è associato all’ elemento Aria bisogna fare alcune considerazioni.
In primis in tutte le tradizioni esoteriche ebraiche, le lame a prescindere sono associate a questo elemento e i legni all’elemento Fuoco. Vedasi i tarocchi, portatori di antichissima conoscenza: le spade sono il regime dell’intelletto, i bastoni i patroni dell’emotività. Proprio per questo motivo la funzione fallica dell’athame, nella linea proiettiva è il primo passo del cammino iniziatico: “io conosco”, quindi la volontà fredda legata all’intelletto, contraria al “io voglio”, legata al calore della passione. In aggiunta a questo troviamo anche uno specchio del fatto che negli elementi orientali l’Aria non esista, essendo ritenuta patrocinio dello Spirito, ed esiste invece il Metallo, che rispecchia esattamente tutti gli aspetti dell’occidentale elemento mancante. Come elemento dell’intelletto, il metallo è anche associato alle diverse ere umane, quindi legato alla cultura e alla crescita delle diverse epoche: età del rame, età del bronzo, età del ferro e ancora adesso ci si riferisce all’età dell’oro come al periodo aureo di massima magnificenza di una popolazione o una cultura. Ma anche l’uso stesso della spada è determinato dall’intelletto, da una disciplina fredda e calcolata, non infervorata o primitivamente forte come quella del bastone. La lama stessa taglia l’aria ed è aerodinamica, possiede il potere aureo. La lama, intesa come spada o athame determina appunto la disposizione del potere esecutivo dovuto alla forza ed al controllo. Non puoi usare una spada agitandola con rabbia e sperare di fare male, devi averne un controllo pieno e mentale, quindi aureo. Il suo stesso uso è atto alla “dissoluzione dei coaguli elettrici e degli agglomerati di forze planetarie”. Le punte di metallo respingono quindi le forze contrarie, tagliandole, dividendole e minacciandole, costringendole pertanto a rimanere al loro posto al di fuori dello spazio consacrato del cerchio. Essendo quindi uno strumento legato all’Aria ha il potere di interagire sui piani più sottili e leggeri. Inoltre le lame, siano esse spade o coltelli, sono legate alla danza e alla leggerezza. Tutto questo non sfugge agli esoteristi che utilizzano l’athame per precisi scopi. Secondo alcuni il fatto che il ferro sia legato a Marte lo renderebbe quindi determinatamente fuoco.

RITI DI PURIFICAZIONE E CONSACRAZIONE

Innanzitutto chiariamo che cosa intendiamo con “purificazione” e “consacrazione. Per purificazione intendiamo la “pulizia” di uno strumento, una persona, un luogo, un oggetto qualsiasi per “azzerarlo” delle energie che l’hanno caricato in maniere diverse. Consideriamo le energie come se fosse radioattività: anche se non la vedi non significa che non esista. Le energie sono naturali e neutrali. Senza andare nel dettaglio soffermiamoci solo sull’energia diffusa e assorbita dagli esseri viventi. Il modo migliore per capire come avviene questo scambio sono le emozioni forti, sia positive che negative (ma non è il solo punto di vista). Il dolore, la rabbia, la sofferenza, la paura sono le emozioni più forti che possano esistere e, proprio come la radioattività, lasciano una traccia sul tessuto psichico dell’energia e questa traccia, può essere percepita e anche assorbita dagli esseri viventi e dagli oggetti che, essendo parte di quella energia come tutte le altre cose, non ne sono esenti. Questa energia, proprio come la radioattività, viene rilasciata a lunga cessione e può causare squilibri o anche malesseri. Purificare gli oggetti, le persone, gli strumenti o anche i luoghi significa azzerare queste energie, trasformandole in qualcosa di diverso, semplicemente trasformando il modo in cui l’oggetto, il luogo o la persona assorbe queste energie, svuotandola. Oppure, purificare significa allontanare da una persona o da un oggetto qualsiasi tipo di energia che non sia nativa della materia di cui è composto. Qualsiasi energia “acquisita”, quindi, per scambio, per cessione o per addizione. La consacrazione invece è una cosa totalmente diversa. La consacrazione è, ad esempio, una presentazione agli dei di uno strumento che verrà usato per una pratica magica, di una persona che decide di prendersi l’impegno di seguire un cammino o di un luogo che diventerà da quel momento sacro per chi lo rispetterà. I riti di purificazione avvengono con gli elementi e tramite le energie sottili. Gli elementi, come manifestazione delle energie pure, hanno il potere di azzerare o rimuovere la carica aggiuntiva di un oggetto, persona ecc.. riportandola allo stato originario. Tutti gli elementi hanno questa capacità. Si usa quello/quelli appropriato/i a seconda di cosa si deve fare e perché. Anche la consacrazione degli strumenti avviene in parte con gli elementi, ma deve rispettare requisiti differenti a seconda del tipo di strumento che si deve consacrare. Converrete con me che consacrare una bacchetta in legno di nocciolo col fuoco non è una buona idea. La cerimonia di consacrazione non dura due minuti, quindi preparatevi per attendere un lungo tempo prima che il vostro athame sia pronto. Ma dopotutto la strega sa aspettare e l’athame deve meritare un trattamento di favore dato che riveste un ruolo cardine nella pratica stregonesca. Non si svolge quando capita, quando si ha voglia, sempre che vogliate seguire le cose secondo la tradizione. Esistono momenti precisi in cui è opportuno farla: l’Athame si consacra in luna calante, possibilmente di martedì, giorno sacro a Marte, signore delle armi e dei metalli. La consacrazione prevede prima una purificazione con gli elementi, e qui troviamo uno dei motivi per cui il fatto che sia in acciaio è importante. La punta della lama dell’athame va scaldata nel fuoco, secondo alcuni, fino a che non diventa incandescente, posta nell’acqua a raffreddare, passata nell’aria dell’incenso e poi piazzata nella terra per una lunazione intera. Per l’acqua si può usare acqua di luna, Per l’incenso il consiglio è sempre quello di crearvene uno voi con le proprietà di consacrazione. In aggiunta a questo l’athame, che secondo alcuni è uno strumento associabile a tutti gli elementi: piovuto dal cielo, preso dalla terra, forgiato nel fuoco, temprato nell’acqua causando evaporazione deve essere anche legato all’elemento primario da cui arriva: l’akasha, il materiale meteorico. Per farlo si può usare la calamita dal momento che l’athame è di metallo e può essere magnetizzato. La calamita infatti è una delle rare rappresentazioni dell’akasha (la forma magnetica). Le tempistiche sono varie per ogni elemento ma in genere nella terra va lasciato per una lunazione, a seconda anche del luogo da dove arriva: se è comprato nuovo in un negozio esoterico o se era qualcosa d’altro prima di essere un athame; decidete voi in base al vostro giudizio. In ultima analisi, dopo la presentazione agli dei, quindi la consacrazione vera e propria, è bene legare il proprio athame a sé, sporcandolo con il proprio sangue per la prima e ultima volta. Non tagliatevi usando l’athame per farlo (se non volete vanificare la fatica fatta finora), usate uno spillo o se siete donne mestruate usate il vostro mestruo. Alcuni incidono sulla lama o sul manico il nome da strega o, addirittura, danno un nome proprio allo strumento. Se è così state doppiamente attenti a come lo usate, perché dare un nome ad un oggetto, ad una pianta o ad un animale dà loro una visione diversa da ciò che era prima e infonde in lui un potere differente. L’ Athame va tenuto sempre chiuso in un panno nero e mostrato solo alle streghe all’interno di un cerchio senza MAI farlo toccare o usare a nessun altro. Non va mai sporcato di sangue, mai usato per tagliare o ferire voi stessi o qualcun altro, o minacciare esseri viventi sul piano fisico. Se lo farete il vostro athame sarà perduto per sempre e dovrete sbarazzarvene. Come ogni altro strumento anche l’athame va distrutto una volta che sarete trapassati o, nel momento in cui non lo sentite più vostro, regalato a qualcuno con cui avete un legame particolare e che potrà usarlo come si deve dopo averlo riconsacrato al suo cammino. Mettete precauzione in queste cose, non sono da sottovalutare. Come tutti gli strumenti anche sull’athame non bisogna contrattare al momento dell’acquisto, in quanto un atteggiamento simile sminuirebbe il potere che ha, ma è da considerare ottimo il ciclo di costruzione dello stesso con le proprie mani nel caso si sia in grado, o il riceverlo in regalo da qualcuno.

Fonte:http://ilrisvegliodegliantichi.forumfree.it