L’Altare e lo Spazio Sacro

Premesso che si possono compiere operazioni magiche in qualsiasi luogo, che sia il salotto di casa o presso le rive di un fiume, indipendentemente dall’area che si intende sfruttare occorre munirsi di uno spazio fisico su cui poggiare gli strumenti necessari. E questo prende appunto il nome di altare.

Non esistono dimensioni standard, tutto dipende dalle esigenze della persona che deve utilizzarlo. Più grande è la sua superficie, più sarà facile disporre gli oggetti secondo i propri obiettivi.

Può essere di qualsiasi forma, anche se in genere è preferita quella rettangolare, visto che i quattro lati di cui è dotata possono così naturalmente corrispondere alle quattro direzioni e agli elementi ad esse associati. Nel caso in cui si operi all’aperto e non si disponga di nessuna superficie fisica delimitata, l’altare può anche essere tracciato direttamente sul terreno, in senso orario, utilizzando il dito indice della mano del potere, impugnando l’athame oppure semplicemente munendosi di un bastone di legno. Di solito è preferibile usare la magia a diretto contatto con la natura, ma purtroppo non sempre è possibile.

Quello che su un altare non dovrebbe mai mancare è la rappresentazione simbolica dei quattro elementi. La Terra si è soliti disporla in direzione Nord, all’interno di un recipiente (meglio se in vetro o ceramica). In alternativa alla terra si può usare del semplice sale da cucina. L’Est è invece il regno dell’Aria, il cui simbolo può essere un cono o un bastoncino d’incenso. Una candela andrà benissimo a Sud, per fare le veci del Fuoco. Infine, una ciotola d’acqua ad Ovest sarà perfetta per rappresentare tale elemento. Al centro dell’altare potrebbe essere disposto un simbolo magico, come ad esempio un pentacolo. Ma la sistemazione degli oggetti nello spazio è in genere lasciata a discrezione di chi opera, in base alle preferenze personali e all’ampiezza della superficie di cui dispone.

L’area che si intende utilizzare per compiere la propria operazione magica prende il nome di spazio sacro. Quest’ultimo comprende sia l’altare che tutto l’eventuale altro perimetro destinato all’incantesimo. Prima di dare atto ad un rituale, è necessario ripulire l’ambiente prescelto da qualsiasi altra energia, negativa e non, che potrebbe contaminare le nostre azioni. Non solo in senso spirituale, ma anche dal punto di vista fisico. E’ bene armarsi di una scopa e spazzar via ogni residuo di polvere e sporcizia. Se fa piacere, si può accompagnare il tutto visualizzando una luce bianca che va ad illuminare il perimetro di nostro interesse. E perché no, canticchiare, o pronunciare una semplice formula, sulla scia di:

“Scivola, scivola, scappa lontano,
nube di polvere e oscura energia.
Ad ogni gesto della mia mano
da questa stanza bandita tu sia.”

Terminato di pulire il luogo, uno dei metodi per creare e purificare uno spazio sacro consiste nel far ricorso all’aiuto dei quattro elementi. Al solito, basta munirsi di un pizzico di sabbia, terreno o sale in rappresentanza della Terra, di un incenso (va bene di qualsiasi tipologia) per far le veci dell’Aria, di una candela per personificare il Fuoco e per l’Acqua basta una piccola quantità dell’elemento in questione. Innanzi tutto, c’è bisogno di rigenerare e consacrare proprio i quattro oggetti che fanno le veci degli elementi. Si parte in genere dalla Terra, associata alla direzione Nord. Basta stendere entrambe le mani su di essa, chiudere eventualmente gli occhi e visualizzare un’onda di luce bianca che la circonda. Per rendere più efficace la purificazione, è possibile anche pronunciare una formula, come ad esempio:

“Che ogni negatività sia allontanata
e questa Terra qui rigenerata
l’elemento del Nord così io consacro
affinché purifichi il mio spazio sacro.”

La procedura è ovviamente applicabile a ciascuno degli oggetti coinvolti. Basta sostituire il nome
dell’elemento e quello della direzione a lui associata. Non appena la purificazione è completata, si può proseguire con la creazione vera e propria dello spazio sacro.
Come sempre, si è soliti iniziare dal Nord. Stringendo fra le mani il recipiente con la Terra, occorre compiere un completo giro circolare in senso orario e spargere durante il percorso, con la mano del potere, un pizzico
dell’elemento. Per rafforzare la magia si consiglia la pronuncia di un’ulteriore formula magica. Tipo:

“L’aiuto della Terra io invoco,
affinché sia consacrato questo loco,
che il potere positivo in lui si manifesti
e la mia magia a realizzar s’appresti.”

Si prosegue quindi con l’Est, associato all’Aria, e dopo con il Sud, il regno del Fuoco, per concludere con l’Ovest e la relativa Acqua. Proprio come accaduto con la formula precedente, la si adatta anche agli altri casi inserendo il nome appropriato. Per concludere la creazione e la purificazione dello spazio sacro, è necessario collocarsi al centro dell’area, e stendere le braccia verso l’alto. E’ consigliato chiudere gli occhi, per permettere una migliore riuscita della
visualizzazione.
Occorre immaginare un’aura di luce bianca che avvolge l’intero perimetro in cui si intende operare. In genere si consiglia di imprimersi nella mente la forma circolare compiuta nella fase precedente. E’ d’uso portare avanti la visualizzazione per almeno qualche secondo. Non resta quindi che aprire gli occhi, e pronunciare una formula finale. Che può essere:

“Nel nome dei quattro elementi,
e delle direzioni qui presenti,
consacro, purifico e imprimo di energia
questo spazio sacro contenitore di magia.”

Una volta purificato lo spazio da utilizzare, occorre radunare tutti gli strumenti necessari al compimento del rituale e, in seguito, tracciare il cerchio magico.
Il cerchio magico è uno strumento essenziale. Non si dovrebbero mai compiere incantesimi senza prima averne tracciato uno. Questo perché permette non solo che l’energia si concentri, moltiplichi e incanali verso la giusta direzione al momento opportuno, ma soprattutto evita che le negatività esterne possano infiltrarsi e rovinare gli obiettivi. Non esiste un unico modo per dare vita ad un cerchio protettivo. Si possono usare un numero infinito di strumenti, sia fisici che non.

Alcuni si limitano a tracciare dei cerchi magici virtuali, ossia a visualizzarli all’interno della loro mente, senza compiere alcuna visibile operazione. Ma è anche possibile delimitare concretamente il cerchio attraverso dei segni sul terreno (da compiere con la mano del potere, stringendo l’athame o anche con un semplice bastone di legno), con l’uso di piante e fiori o qualsiasi altro oggetto si ritenga opportuno e in linea con gli scopi che ci si è prefissati.

Un modo semplice per creare un cerchio magico è quello di camminare in circolo in senso orario , andando a compiere tre giri completi lungo il perimetro. Nel corso dell’avanzare, si può tenere disteso l’indice della propria mano del potere in avanti, e visualizzare un raggio di luce bianca che esce dalla sua punta, per andare a formare il cerchio protettivo. Si può fare la stessa cosa con l’athame, impugnando il bastone o spargendo piante e/o fiori. Mentre si portano a termine i tre giri richiesti, è consigliabile pronunciare una formula, atta a rafforzare la magia. Come questa:

“Io qui ti evoco, o grande cerchio di potere
affinché la mia magia tu possa contenere.
Dei quattro elementi invoco la benedizione,
e l’assistenza in questa consacrazione.
Terra, Aria, Acqua e Fuoco,
siate la forza di questo loco.
Che ogni male all’esterno sia sigillato,
e nessun danno possa esser così arrecato.
Che il cerchio magico si manifesti,
e sia il protettore di tutti i miei gesti.
Proteggi e indirizza la mia energia,
così che percorra la giusta via.”

Completato il cammino, non resta che appoggiare la mano del potere sul terreno, e pronunciare ancora una formula. Può essere qualcosa del genere:

“Con questo gesto il mio cerchio ho sigillato,
ed ogni energia negativa allontanato.
Senza timori io posso operare
e i miei obiettivi così realizzare.”

Sarebbe meglio evitare di uscire dal cerchio magico prima che l’Incantesimo sia concluso. Se proprio non si può fare a meno di una sosta al suo esterno, con la mano del potere è buona norma compiere il gesto, prima di passarci attraverso, che si farebbe per spostare una tenda, per poi richiuderla alle proprie spalle. Ogni passaggio però lo indebolisce, quindi è bene cercare di non varcarne la soglia fino a che non è stato cancellato.

Per dissolvere la sfera protettiva basta compiere i soliti tre giri, ma questa volta in senso antiorario, visualizzando l’onda di energia bianca ritornare da dove è venuta. Al solito, si consiglia di recitare una formula. Del tipo:

“Il mio cerchio magico adesso sia sciolto,
ma il suo potere non venga dissolto.
I quattro elementi per la benedizione ringrazio,
e per aver protetto questo mio spazio.
Fuoco, Acqua, Terra e Aria,
la vostra forza è leggendaria.
L’energia positiva che qui ho accumulato,
si affretti a compiere ciò che ho desiderato.
Che il cammino il suo corso possa proseguire,
fino a che un nuovo incontro ci possa riunire.
Così il mio congedo porto a compimento,
con la fiducia di veder realizzato il mio intento.”

Come nel caso precedente, poggiare la mano del potere sul terreno, e dire qualcosa che somigli a:

“Questo cerchio è dissolto ma non spezzato.
Tutta la sua forza non ho certo sprecato.
L’energia accumulata indirizzato ho a dovere,
e fiducia ripongo nel mio potere.”

Fonte : ilrisvegliodegliantichi.forumcommunity.it