Il Calderone

 

Un bel fuoco arde e scoppietta, sotto un grande Calderone e lo scalda perennemente,
trasformando le sostanze al suo interno e lasciando che evaporino lentamente, disperdendosi nell’etere.

Una mano sapiente mescola e rimescola al suo interno, agendo attentamente e aspettando…
Aspettando che la magica sostanza muti e che la Magia si compia.

Un bel fuoco arde e scoppietta allegramente all’interno di una grotta umida, riflettendosi sulle pareti scavate nella terra,
nella roccia e nei cristalli e rendendo il luogo sacro brillante di mille luci colorate.

Accanto alle calde fiamme un corpo nudo si muove languidamente,
mentre compie antichi riti sconosciuti e lascia che le note librate nell’aria dalla sua voce percorrano le Vie nascoste,
salendo ad impregnare lo spazio e unendosi alla voce della notte.

Un bel fuoco è arso e ha scoppiettato allegramente avvolgendo coloro che di tale Fuoco hanno vissuto,
che l’hanno percepito, l’hanno amato e grazie a lui hanno continuato a vivere.

Anche dopo che l’ultimo lembo di carne si è sciolto nelle braci.

Fuoco è Amore dalle mille sfaccettature.

La Strega lo possiede, nascosto dentro di sé, in qualche luogo segreto che solo lei può conoscere.

La sua calda Magia Antica è la sua Arte.

Il Calderone è il simbolo della Dea e dell’elemento Acqua. Tradizionalmente dovrebbe essere in metallo (ferro), con un’apertura più stretta rispetto alla circonferenza del corpo e con tre gambe (o poggiato su di un treppiede staccato).
Esso rappresenta l’AKASHA, il Quinto Elemento, ciò che muove e scuote tutti gli altri elementi. È simbolo di metamorfosi e di trasformazione, è il grembo della Dea posto al centro del cerchio perché È AL CENTRO CHE SCATURISCE LA MAGIA.

Un tempo conteneva il fuoco, oggi le candele, incenso o richieste scritte su carta poi successivamente bruciate su erbe fumanti.
Si usa nella cucina rituale, o anche per accendervi fuochi all’interno, o per contenervi acqua ed erbe, oppure può essere usato per vedere il futuro. Il suo simbolismo è legato all’aspetto materno/fecondo della Dea, e nella tradizione celtica è legato alla Dea Cerridwen e al suo calderone della saggezza.

Lo si può anche utilizzare per la cottura di tisane, ma sarebbe più adatto averne due di dimensioni diverse: uno grande per accendervi il fuoco, per bruciarvi le richieste, ed un altro più piccolo da adoperare esclusivamente per le tisane i decotti e gli infusi. In associazione con l’elemento “fuoco” si usa per simulare un piccolo falò usato per il salto nel fuoco, che si esegue in alcuni sabbath bruciando al suo interno delle erbe aromatiche o incenso.

In luna nuova lavare il calderone con acqua e sapone, visualizzando le energie negative che fluiscono fuori da esso con l’acqua sporca. Asciugarlo ed ungerlo all’interno con olio di oliva, poi ripulirlo con dei tovaglioli di carta e procedere con la consacrazione.

Fonte : https://giardinodellefate.wordpress.com