Divergent e l’Inizio del Risveglio

Con questo articolo vorrei porre alla vostra attenzione il film Divergent, primo capitolo dell’omonima trilogia creata dalla scrittrice americana Veronica Roth.

Personalmente ho letto qualche capitolo del libro, e, avendo visto il film, devo dire che, nonostante i commenti negativi che ho letto, la storia mi ha colpito molto. Anzi direi di più, mi sono rispecchiato nel punto di vista dei protagonisti Tris e Quattro.

Per fare un breve riassunto, la storia si svolge a Chicago in un futuro imprecisato, dove la popolazione è riuscita a trovare finalmente la pace, dividendosi in fazioni, ognuna delle quali svolge un preciso ruolo nella società: i Candidi, i Pacifici, gli Eruditi, gli Abneganti, gli Audaci, e poi ci sono coloro che non fanno parte di nessuna fazione, e sono appunto i Senza Fazione o Esclusi. Tutti seguono le regole e le leggi della propria fazione, hanno scelto quello come il loro posto, e quindi, senza fare troppe domande, vivono così la propria vita. Per tutto l’arco della storia la protagonista, Beatrice Prior, che in seguito cambia nome in Tris, si sente diversa, mostrerà agli altri di essere diversa.

Sa dentro di lei che la vita di quegli uomini e quelle donne è confinata tra limiti e restrizioni, e inizia a domandarsi quale sia davvero il suo posto nel mondo. Infine, comprende che in lei c’è un potenziale, qualcosa che le catene imposte dalla società non possono ingabbiare, che una visione del tutto diversa ha preso piede nella sua mente.

Oh, ma questo non appare come una cosa buona, perché attorno a Tris gira tutto un sistema di persone che non amano chi si fa molte domande, chi pensa “fuori dagli schemi”, poiché persone così non possono essere controllate e soprattutto NON possono essere manipolate.

Sarà una dura battaglia portare avanti le proprie convinzioni e scegliere di non seguire la massa di robot umani creati dalla società. Fare questa scelta vuol dire soffrire, restare soli e lottare, perché il peggio è sempre in agguato.

Non voglio togliervi il gusto di vedere il film e di leggere i libri, soprattutto, ma mi sento di dire che ho riscontrato molte similitudini tra il mondo della storia e quello in cui tutti noi viviamo oggigiorno.

Mi spiego meglio.

In questo nostro tempo la maggioranza degli esseri umani inconsapevolmente o inconsciamente vive come robot, fa parte di un gruppo precisato di persone, che può essere in ambito religioso o sportivo o in qualsiasi altro ambiente, e lo fa seguendo schemi di comportamento e di pensiero già prestabiliti.

Poi in rare occasioni, si nota un tipo diverso di persone.

Esse si interrogano molto spesso, NON credono alle coincidenze, si analizzano, cercano di comprendere i motivi di ogni cosa, mettono da parte paura e preconcetti e armati della propria luce che nel loro cuore risiede, si introducono nelle zone inesplorate che il loro stesso corpo nasconde. Esse non riescono ad adattarsi a questa società malata, nonostante ci provino con tutte le forze, a volte non riescono comunque a rispecchiarsi in nessuna convenzionale tipologia di persone.

E per questo soffrono, oh soffrono tantissimo, perché si sentono inutili o come se avessero qualcosa di sbagliato che non riescono in nessun modo a debellare. Allora si discostano piano piano dagli altri, trovando rifugio in luoghi in cui i loro sogni, le loro speranze, i loro punti di vista, non sono giudicati e non sono soggetti a nessuna pressione. Posti, in cui i sentimenti che provano trovano un significato ben preciso e in cui le loro anime sofferenti trovano conforto, dolcezza e gioia.

Attraverso una storia racchiusa nelle pagine di un libro o tra le sequenze di scene di un film, attraverso le manifestazioni della natura o attraverso segni che per gli altri sono pressoché impercettibili… lì, in quel punto… sì, proprio lì, trovano ciò di cui la loro anima aveva bisogno. E a quel punto si rendono conto che la propria strada è completamente diversa da qualsiasi altro uomo o donna, che è stata proprio la loro diversità e unicità a dar loro modo di riconoscere che stavano percorrendo una strada che non apparteneva loro.

Si rendono conto che il loro viaggio, se sceglieranno di proseguirlo, sarà molto più tortuoso, pieno di difficoltà e prove, e che le sofferenze non sono certo finite, anzi. Ma si accorgono anche di un fatto più che fondamentale… che ciò che li aspetta è la LORO avventura, è il LORO cammino, è il LORO destino, e che alla fine del viaggio, se alla fine giungeranno, saranno divenuti appieno chi sono davvero, saranno esattamente LORO STESSI!

E se essere dei DIVERGENTS, essere diversi dal resto degli uomini, essere consapevoli che c’è di più di ciò che vediamo e che la vera vita è nascosta nei dettagli dell’apparenza che tutti i giorni riempie i nostri occhi, significasse andare contro tutti per “comprendere chi siamo e qual è il nostro VERO potenziale”, per poi finalmente ESSERE NOI STESSI… allora la mia scelta sarà fare il primo passo del viaggio, che mi condurrà da ME!

Per concludere, prendo spunto da una delle scene del film… Fin ora siamo stati su un treno in corsa (la nostra vita tra gli schemi del mondo). Fuori da esso c’è la via da percorrere per trovare noi stessi… è una scelta ardua… restare relativamente al sicuro dove siamo e vivere come gli altri hanno deciso per noi… oppure superare le nostre paure, rischiare e lanciarci, affidandoci esclusivamente al nostro istinto.

. . . AVRAI IL CORAGGIO DI SALTARE ?!