Oleoliti

Sono preparazioni estremamente facili da realizzare e sono la base di molte ricette
cosmetiche.

Si preparano mettendo a macerare la parte di vegetale, con le proprietà che ci interessano, in un olio vettore, sfruttando così la capacità dell’olio stesso di estrarre i principi attivi liposolubili contenuti nella pianta. Per prepararli si utilizzano fiori (calendula, arnica, lavanda, iperico, timo, elicriso, camomilla), foglie (melissa, rosmarino), spezie (pepe nero, peperoncino, cannella, zenzero, curcuma) o verdure (carota).

Gli oli vettori più usati sono:

Olio extravergine di oliva: ricco di tocoferoli, ha proprietà antiossidanti e
antinfiammatorie; è il più usato.
Olio di girasole: più «leggero» del primo, va bene per preparare gli oleoliti da massaggio,
perché più facile da stendere.
Olio di mandorle dolci: è il classico olio da massaggio, neutro e facile da stendere, è
idratante, elasticizzante e nutriente.
Olio di sesamo: impiegato per preparare oleoliti con effetto riscaldante sui muscoli.

Sono molti altri gli oli che puoi utilizzare per preparare gli oleoliti, ma secondo me questi sono i principali; l’unica raccomandazione è di cercare sempre oli derivanti da coltivazioni biologiche.

Bene, ora che sappiamo tutto sugli oli vettore vediamo il complicatissimo procedimento.

 

Preparazione

Per preparare un oleolito occorre porre la pianta scelta in un barattolo a chiusura ermetica (pulito e asciutto!) e ricoprirla di olio.

La ricetta originale è quella che prevede di porre 20-30 g di pianta ogni 100 g di olio, ma io preferisco il metodo delle nonne della «non pesata», ossia il primo.

Una volta messa la pianta nell’olio si pone il recipiente al sole per almeno un mese,
ricordandosi di ritirarlo di notte e agitandolo almeno una volta al giorno.

Dopodiché si filtra con un panno pulito, oppure con filtri in carta (li trovi nei negozi che
vendono prodotti per l’enologia) e lo si conserva in barattoli di vetro scuro al riparo dalla luce e dall’umidità. Se non hai questi barattoli, vanno bene anche quelli di vetro chiaro, ma ricoprili di carta alluminio, in modo da non far penetrare la luce che porterebbe al deterioramento dell’oleolito.

Se il tuo oleolito lo prepari in inverno e, ahimè, come ben sai manca il calore del sole, puoi sopperire mettendolo su un ripiano sopra il termosifone per un mese, oppure a bagnomaria per almeno due ore (attenzione: l’olio non deve superare i 45°C).

Ecco qua, l’oleolito è pronto! Complicato, eh?

 

Tratto dal libro Natural Born Beauty di Barbara Milanesio