Salvare il Pianeta, si può!

Si chiama Boyan Slat e ha 18 anni, in camera sua, ha concepito la prima e più grande opera di pulizia globale dalla plastica sparsa negli oceani di tutto il mondo: “Era deprimente per me pensare che non si potesse fare nulla se non limitare il consumo”.

L’operazione si chiama The Ocean Cleanup : il prototipo consiste in un’enorme barriera sottomarina a forma di V che con l’aiuto delle correnti concentrerà i rifiuti in quel punto, così da poterli più facilmente raccogliere e riciclare.

Se il prototipo avrà successo in meno di 10 anni oltre la metà degli oltre 154 milioni di rifiuti e plastica che inquinano gli oceani potranno essere rimossi. “Invece di rincorrere la plastica usando reti e navi, che richiederebbero un tempo infinito, abbiamo sviluppato questo sistema” ha spiegato Slat all’Huffington Post:“La plastica si muove verso il centro e dunque la concentrazione aumenta di 100mila volte. Puoi davvero camminare sull’acqua”.

Il progetto ha calcolato che, se nessuno intervenisse, entro il 2050 negli oceani ci sarebbero più pezzi di plastica che pesci .


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Già ora, come ben sappiamo, la fauna marina è compromessa dai rifiuti che i pesci ingoiano andando a finire nei loro stomaci e decomponendosi sino ad ucciderli, ma il tempo peggiorerebbe ancor più le cose: i rifiuti in plastica infatti, si decompongono col tempo in particelle ancora più tossiche e piccole e quindi più difficili da recuperare.

“Questa è la prima volta che testiamo davvero la nostra idea. Quando ho pensato a tutto questo nel 2012, dovevamo capire se poteva funzionare. Abbiamo lanciato una grossa spedizione per capire quanta plastica ci fosse attualmente negli oceani. Attraversando l’isola di spazzatura nel Pacifico dalle Hawaii alla California con 30 imbarcazioni, abbiamo scoperto che c’era molta più plastica di quanto pensassimo, almeno 10 tonnellate in più” continua Slat “Ora con questo esperimento testiamo sul serio le nostre idee”.

La struttura di 100 metri è stata posta a giugno del 2016 cinque metri sopra e cinque metri sotto il mare e rimarrà lì per un anno: “Il mare del Nord registra le tempeste più forti del Pacifico – perciò se resiste qui, può resistere ovunque” sorride Slat.

Ognuno di noi, a casa propria, può nel frattempo aiutare questo provvidenziale progetto, evitando l’acquisto di prodotti dagli imballaggi in plastica e riciclando più volte e il più possibile bottiglie, buste ed altri contenitori di questo materiale… e forse presto, con l’aiuto di tutti, potremo ritrovare il piacere, il benessere e i reali benefici, ormai dimenticati, di tuffarci e immergerci nelle acque pure e cristalline che originariamente la nostra Vera Mamma Terra ci ha regalato!

Fonti : veki.club

Caterina Rappoccio

http://www.huffingtonpost.it/2016/06/10/ocean-cleanup-pulire-oceani_n_10396140.html