La Legge dello Specchio

Tutte le volte che cerchiamo di capire come vengono diffuse al giorno d’oggi le leggi universali dalle relative filosofie esistenti, non facciamo altro che comprendere come queste siano state modificate in modo considerevole. Un esempio lampante lo abbiamo visto proprio quando abbiamo pubblicato l’articolo sulla Legge della Risonanza, ma in questo caso la situazione sembra proprio essere andata oltre:

MA CHI E’ CHE SI E’ INVENTATO QUESTA LEGGE ?

Vediamo cosa dicono tendenzialmente i testi che parlano di questo argomento.
La Legge dello Specchio afferma che “il Mondo Esterno è il Riflesso del Mondo Interno. Tutto ciò che ami o odi di qualcuno sono aspetti che ami o odi di te”. Da questa definizione sembra proprio che vengano rese materiali tutte le situazioni che l’essere umano prova nel suo subconscio: se ci da fastidio la gelosia del nostro partner è perché abbiamo al nostro interno la gelosia !
Secondo questa regola, per non essere infastidito dal comportamento del proprio compagno, non si deve avere al proprio interno la gelosia, ma la stessa cosa potrebbe valere per qualsiasi altro tipo di comportamento. E’ un po’ come se questa legge fosse una specie di “forma passiva” di quella della Risonanza che già di suo viene tutt’oggi spiegata in modo non propriamente corretto.
Quindi per non essere “infastidito” da qualche cosa presente in questa realtà, poiché tutta questa teoria sembra basarsi incomprensibilmente sul “fastidio”, non si dovrebbero avere emozioni. Ma questo è un po’ come scoprire l’acqua calda ed inoltre una soluzione così radicale è difficile definirla evoluzione.
Sappiamo perfettamente che a questo proposito sono molte le persone che si difenderebbero asserendo che non è l’annullamento del “valore inconscio” l’obbiettivo da ricercare, bensì la comprensione di quest’ultimo, poiché solo così è possibile parlare di Vera Consapevolezza dell’Essere.
Ma questa non è una LEGGE UNIVERSALE bensì un esercizio che si chiama nell’antica lingua HANN AHA NNAH (e si legge Aann Ascia Nnaa) ossia Usare la Realtà Specchio [… per giungere alla comprensione del proprio essere …].
Una delle cose più difficili da fare per l’essere umano è proprio quella di vedere i suoi “difetti” (permetteteci l’utilizzo di questo termine nonostante non sia corretto). Tendenzialmente la gente fa fatica a vedere la trave presente nel proprio occhio, ma non fatica assolutamente a vedere la pagliuzza negli occhi di chi le sta davanti. E’ proprio su questo principio che fu studiato questo esercizio: l’allievo osservando la Realtà Specchio (ciò che crede essere fuori) avrebbe dovuto relazionarsi con essa per riuscire a riconoscere nel proprio HANN lo stesso “difetto” e riuscire così a comprenderlo.

Qui il fatto non è che se vi irrita chi è aggressivo vuol dire che giudicate sbagliata la vostra aggressività, oppure che se disprezzate un ricco è perché non siete ricchi anche voi, oppure che criticate qualcuno perché non avete avuto la stessa possibilità … questo dipenderà dalle mille sfaccettature della vostra personalità e non da una “finta legge”. Il punto qui è superare un comportamento standardizzato e negativo come quello di “non volersi guardare dentro” con un piccolo stratagemma al fine di ottenere il massimo con il minimo sforzo.
Da oggi, quando il comportamento di qualcuno vi tocca, sia in modo positivo che negativo, cercatelo al vostro interno anche se lo ritenete estraneo. Questo vi permetterà di conoscere meglio voi stessi e magari un giorno vi porterà addirittura ad infrangere il varco (AHA) tornando ad unire ciò che la vostra logica vuole vedere diviso.

 

Fonte : ilsapere.org