Tana e Endamone

Narra la leggenda…

 

…che Endimione, riammesso nell’Olimpo, da dove era stato espulso per aver mancato di rispetto a Giunone, fu bandito per trent’anni sulla Terra.

Essendogli stato concesso questa volta di dormire in una caverna del Monte Latmo, Diana, colpita dalla sua bellezza, gli fece visita ogni notte, fino a quando ebbe da lui cinquanta figlie e un figlio. E dopo di ciò Endimione fu richiamato nell’Olimpo.

Tana era l’antico nome etrusco di Diana.

Tana era una Dea stupenda e amava un giovane straordinariamente bello, di nome Endamone. Ma il suo amore era ostacolato da una strega, sua rivale, anche se Endamone non si curava per nulla di quest’ultima.

La strega era decisa a conquistarlo, che egli lo volesse o no, e con questo proposito indusse il servo di Endamone a lasciarle passare la notte nella sua stanza. Una volta giunta qui, assunse l’aspetto di Tana, la donna che egli amava, cosicché, credendola tale, fu felice di vederla e la accolse con abbracci appassionati. Tuttavia il suo amore lo consegnò al potere della strega, in quanto le permise di tagliargli una ciocca di capelli, per compiere un incantesimo.

Poi la strega ritornò a casa, prese un pezzo di intestino di pecora e ne fece una piccola borsa. In questa mise la ciocca assieme a una piuma, pepe e sale. Legò la borsa con un nastro rosso e nero, poi cantò una canzone.

Era un canto magico dei tempi antichi che diceva:
“Ho formato questo sacchetto a Endamone
è la mia vendetta per l’amore,
Ch’io ti portavo e non ero corrisposta, un’altra tu amavi:
La bella dea Tana tu amavi,
ma non l’avrai, di passione
ti struggerai, volontà di fare,
di fare all’amore tu avrai,
e non lo potrai fare.

Sempre addormentato resterai,
di un sonno che tutto sentirai,
e la tua bella tu vedrai,
ma parlare non potrai.
Nel vedere la tua bella,
volontà di fare all’amore
ti verrà, ma non lo potrai fare.
Come una candela ti struggerai,
ti struggerai poco a poco,
come una candela al fuoco.
Tu non potrai vivere,
Tu non potrai stare,
Ti sentirai mancare.
Che il tuo cuore ritto sempre possa stare,
e all’amore più non potrai fare.
L’amore che io ti ho portato, vo’,
Sia convertito in tanto odio.
Questa, Endamone, è la mia vendetta,
E così sono contenta”.

Ma Tana, che era più potente della strega, anche se non era in grado di rompere l’incantesimo che lo costringeva a dormire, lo liberò da ogni sofferenza (in quanto la incontrava nei sogni), e abbracciandolo cantò un contro-incantesimo.
“Endamone, Endamone, Endamone!
Per l’amore che mi porti e che io pure
Ti porto, tre croci su questo letto
Vengo a fare, e tre marroni d’India
Nel tuo letto vengo a posare.
E questa finestra aperta che la Luna
Su il tuo letto risplende,
Come risplende il nostro amore,
Là, e la prego con gran calore,
Che voglia dare sfogo a questi due cuori,
Che tanto ci amiamo, e se questa grazia
Mi verrà fatta, chiunque sia innamorata
Se mi scongiurerà,
In suo aiuto correrò!
Endamone, Endamone, Endamone!
Sopra te io mi metto al lume,
Il tuo cuore lo dimeno,
E mi dimeno io pure e così,
E così tanto farò
Tanto farò e tanto faremo,
Che uniti ne verremo.”

Così successe che la bella dea fece l’amore con Endamone, come se fossero stati svegli (invece avveniva nei sogni). Per questo, anche al giorno d’oggi, chiunque voglia fare l’amore con un uomo o una donna che dorme, deve ricorrere alla bellissima Tana e così facendo avrà successo.

Testo revisionato dalla Redazione di Occulto Mundi

Tratto da Il Vangelo delle Streghe, di C.G. Leland

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