Samhain

SAMHAIN o SAW-WIN ( pronunciato sowen, soween, saw-win, saw-vane or sahven, non sam-eine) per il popolo Celtico e Calenda secondo la Stregheria Italiana, la Festa delle Ombre è una delle quattro Grandi Feste del Fuoco Sacro, e si celebra nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Con questa festa si celebra la fine ed il nuovo inizio dell’anno naturale e rituale, e per questo è conosciuto anche come Grande Sabba. Questa festività è anche il Capodanno Celtico: momento che per gli antichi Druidi non apparteneva né al passato né al presente, e per questo era oltre lo spazio e oltre il tempo.

Il suo nome Celtico, che si pronuncia souìn, significa in gaelico fine dell’estate, in quanto per questo popolo con Samhain iniziava la prima delle due grandi stagioni, Geirnred, governata dal Dio dalle Lunghe Corna, che aveva termine a Beltane con l’inizio di Samradh, la stagione estiva governata dalla Grande Madre. Solo successivamente vennero aggiunte Earrach e Foghamar: la primavera e l’autunno.

Come tutte le feste del calendario Stregonesco, nel tipico tentativo cristiano di estirpare le antiche usanze Samhain fu cristianizzata da papa Gregorio IV nell’834, quando fece spostare la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1 novembre e la commemorazione dei defunti al 2 dello stesso mese.

Per le antiche tradizioni, così come l’orizzonte che non appartiene né al cielo né al mare, così il momento che segna la fine di un ciclo e l’inizio di un altro non appartiene a nessuno dei due, ma è invece una sorta di linea di confine al di fuori del tempo e dello spazio. Tutto questo ha una chiarissima valenza simbolica, ed è il motivo per il quale si scelgono di solito per i rituali dei momenti di passaggio come l’alba o il crepuscolo, il mezzogiorno o la mezzanotte

Per la Stregheria a Calenda il Dio Cornuto affronta il suo viaggio attraverso il regno dell’oscurità, mentre la Dea Madre piange il suo amante ormai lontano, che tuttavia ha fecondato il suo ventre con il seme della primavera. Per i Celti la stessa leggenda vive nel Calderone di Cerridwen, la cui magia lo trasforma in grembo materno di rinascita post-mortem.

Secondo la tradizione stregonesca in questa notte è molto più facile comunicare con gli altri regni, piani o mondi che dir si voglia, proprio perché i confini che li separano sono particolarmente labili e i portali del Sidhe, il Regno di Mezzo, rimangono aperti. In questa notte è quindi possibile per i vivi far visita al regno dei morti, e per i morti tornare nel regno dei vivi, ed è inoltre un momento molto propizio per ogni forma di divinazione. A Samhain si festeggia la vita nella morte, per non dimenticare che ogni fine è un nuovo inizio, e ogni morte in questo piano è la rinascita in un altro.

Fin dagli albori del tempo in questa notte si accendevano i fuochi nelle colline, per guidare i cari estinti verso le loro antiche dimore, e nella luce e nel tepore delle fiamme sacre si attendeva, fino a quando alle prime luci dell’alba gli spiriti si congedavano. In questo momento ognuno dei partecipanti accendeva la propria torcia dal Fuoco Sacro, e con questa accendeva il focolare di casa come buon auspicio di luce e calore per l’inverno da trascorrere.

In questo periodo si raccoglievano anche gli ultimi frutti della terra, le mele e le nocciole frutti sacri del Sidhe e simboli della sapienza stregonesca. Per questo Samhain è quindi l’ultima delle tre Feste del Raccolto.

Questa Festa è quindi l’occasione per ricordare coloro i quali hanno abbandonato il nostro mondo, onorandoli tramite il ricordo dei loro momenti migliori e ringraziandoli per quello che ci hanno lasciato con piccole offerte di cibo o incenso, o ancora con la luce di una candela. La Festa delle Ombre è anche un momento di bilanci e di profonde riflessioni interiori, nel quale si riflette so cosa ci abbia effettivamente lasciato l’anno passato e sui propositi con i quali affrontare quello venturo, in modo di poter arrivare preparati e consapevoli alla rinascita primaverile.

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