Raccolta e Conservazione delle Piante

LA RACCOLTA DI ERBE MEDICINALI

 

Forse uno degli aspetti più piacevoli della scelta di una terapia di tipo erboristico consiste proprio nel poter raccogliere autonomamente le proprie “medicine”, approfittando di passeggiate o dedicando un piccolo angolo del giardino alle erbe officinali.

La raccolta va però fatta seguendo alcuni criteri importanti, indispensabili a garantire la nostra salute.

Innanzitutto si deve essere in grado di identificare con assoluta certezza il vegetale che intendiamo utilizzare. Mentre piante come l’ortica o alberi come il noce sono talmente diffusi e conosciuti da essere facilmente individuabili a colpo d’occhio, il riconoscimento di altre specie con cui abbiamo meno dimestichezza può presentarsi più difficile.

Purtroppo molte specie tossiche sono assai simili ad altre consigliate a scopo terapeutico e confondere un vegetale con un altro può essere causa di spiacevoli inconvenienti non privi di pericoli seri e, talvolta, mortali.

Qualora decidessimo di raccogliere in natura le piante medicinali da utilizzare, raccomandiamo di scegliere il luogo di raccolta lontano da fonti di inquinamento (terreni industriali, vicino a strade, a zone agricole in cui si effettuano trattamenti chimici, a centri abitati).

(In caso di insicurezza o di inesperienza è sempre meglio chiedere il parere di una persona qualificata e più esperta o, se proprio si vuole non correre alcun rischio, scegliete la strada più semplice e sicura: acquistate le piante medicinali presso un negozio autorizzato.)

Come abbiamo accennato poche righe fa, è meglio, qualora se ne abbia la possibilità, riservare un angolo del proprio giardino o del balcone alla coltivazione delle piante aromatiche e medicinali: dedicarvi al verde vi aiuterà certamente a rilassarvi e vi darà molte soddisfazioni (anche questo costituisce una valida terapia).

Non sforzatevi però di coltivare un vasto parco di specie vegetali, ma selezionate con cura le erbe più spesso utilizzabili per i piccoli malesseri del quotidiano, in modo da costituire un utile “pronto soccorso verde” che contenga al suo interno anche un buon numero di aromatiche, il cui uso è sempre di buon auspicio in cucina.

 

Quando raccogliere

Le piante medicinali vanno raccolte al giusto grado di maturazione, nel momento in cui contengono un elevato numero di principi attivi. A seconda della parte utilizzata si distinguono – pur con una norma generale – vari periodi di raccolta.

Fiori: all’inizio della fioritura, quando non sono ancora completamente aperti, oppure nel corso della fioritura.

Foglie: in genere poco prima della fioritura, quando sono completamente sviluppate, ma ancora giovani.

Steli e parte aerea: nello periodo consigliato per le foglie, in genere poco prima o durante la fioritura.

Bulbi: dopo la fioritura, quando la parte aerea inizia ad appassire.

Radici e rizomi: quando la pianta è in riposo vegetativo, in genere in autunno per le annuali o biennali, e all’inizio della primavera per quelle perenni.

Tuberi: al momento della fioritura, quando sono più ricchi di sostanze nutritive.

Corteccia: quella delle conifere e di piante resinose in primavera; per gli altri alberi, se adulti, in inverno, se giovani, in autunno.

Frutti: quando sono in piena maturazione e cambiano colore.

Semi: come per i frutti, si raccolgono quando sono in piena maturazione e la pianta inizia a seccare (poco prima che li perda autonomamente.

 

Allorché si ricerca una pianta si tenga presente che, a seconda della latitudine, del clima, dell’altitudine e di altri fattori, il ciclo della stessa può variare. Ne consegue che un vegetale che in riva al mare fiorisce, per esempio, in maggio, al nord in una zona di pianura può fiorire con qualche settimana di ritardo. Similmente tutte le altre sue parti rifletteranno questa sfasatura che ci indurrà a posticipare o anticipare la raccolta.

 

CONSERVARE LE PIANTE MEDICINALI

 

Per le erbe che andranno poi conservate occorre seguire alcuni accorgimenti al momento della raccolta. Le parti vegetali non devono essere raccolte bagnate (dalla rugiada, dalla pioggia, dall’acqua di annaffiatura), perché l’eccessiva umidità può alla lunga causare fermentazioni o deterioramento.

Il momento migliore è la mattina, quando la rugiada si è già asciugata ma il sole non è ancora eccessivamente forte, o la sera verso il tramonto. Per non ridurre le virtù medicinali è meglio che le parti da conservare non vengano lavate in acqua, sarà sufficiente strofinarle con un panno umido.

Per quanto riguarda la conservazione domestica, mentre per le erbe a uso alimentare si potrà ricorrere anche alla congelazione o alla conservazione sottolio, per quelle officinali sarà meglio procedere all’essiccazione (tralasciando la distillazione o l’estrazione degli oli essenziali). Il procedimento di essiccazione è un’operazione che va seguita con particolare attenzione, poiché da essa dipende l’integrità delle proprietà terapeutiche.

 

Consigli per una corretta essiccazione
  • La pianta va mondata di eventuali parti deteriorate o colpite da parassiti e malattie. A meno che non vengano date indicazioni particolari, le parti raccolte non vanno lasciate al sole per non alterarne i principi attivi e non vanno essiccate a calore eccessivo.
  • Nel caso di utilizzi il forno è bene non superare i 30-35 °C per le parti aeree e i 50-60 °C per radici e rizomi.
  • Se non viene utilizzato il forno, la pianta va in genere essiccata in locali ombrosi, asciutti, ventilati, in cui la temperatura si mantenga costantemente intorno ai 20-30 °C (in inverno di ricorrerà a termosifoni elettrici o ventilatori ad aria calda).
  • Il tempo di essiccazione varia a seconda della parte utilizzata. In genere si consigliano 15-20 giorni per radici, fusto e cortecce, 8-10 giorni per le foglie, 3-4 giorni per i fiori.
  • Tuberi, radici e rizomi, prima di essere sottoposti al processo di essiccazione, vanno puliti con cura e tagliati a pezzi (4-5 cm), a listarelle o spezzati a seconda delle dimensioni. Possono poi venire essiccati al sole o in forno.
  • Fusti e steli con foglie e fiori andranno raccolti in fasci lenti e appesi capovolti nel locale di essiccazione. Potranno anche venire stesi in strati sottili (3-4 cm) su graticci appositamente predisposti, rigirandoli più volte nel corso del procedimento perché si essicchino in modo uniforme e si evitino processi di fermentazione.
  • Le erbe potranno dirsi perfettamente essiccate non appena diverranno fragili. A questo punto andranno sempre maneggiate con cura così da non sbriciolarle. Della pianta seccata si potranno staccare le foglie più grandi, mentre sarà bene conservare insieme i rametti più esili e le foglie piccoline. Un metodo certo per controllare la corretta essiccazione consiste nel mettere una parte della pianta in un vasetto a chiusura ermetica: se dopo qualche giorno non compaiono sulle pareti del vaso segni di umidità, la droga* può essere messa in dispensa.
  • I semi potranno essere estratti dalle ombrelle essiccate semplicemente strofinandole tra le mani o battendole piano su un foglio di carta; lasciateli poi essiccare ulteriormente per altri 7 giorni, dopo averli passati con un setaccio per pulirli da polvere e parti di pianta.
  • Le droghe vanno conservate in vasetti di terracotta o vetro chiusi ermeticamente, sacchetti di carta, scatole di cartone o latta stagnata. I contenitori vanno etichettati con nome e data di inizio conservazione e poi posti al riparo da luce, umidità e polvere.
  • Non conservate mai quantità eccessive di erbe, perché spesso i principi attivi si volatilizzano con l’andare del tempo. La morte della cellula vegetale infatti non avviene in modo repentino e una certa attività biochimica prosegue ancora per un certo periodo anche dopo l’essiccazione. In genere si consiglia di rinnovare ogni anno (meglio ancora ogni 6 mesi) le scorte del nostro pronto soccorso verde.

 

Avvertenze per la raccolta

Alcune piante, per la raccolta indiscriminata fatta in passato e per l’inquinamento, sono diventate oggi meno diffuse di un tempo, se non addirittura rare. Per questo motivo alcune regioni hanno messo sotto protezione il loro patrimonio floristico ed è giusto informarsi delle norme di raccolta di volta in volta, così come è meglio non effettuare raccolte in parchi e riserve naturali.

 

*Chiariamo che con il termine “droghe” si intende quella o quelle parti di pianta essiccata in cui si riscontra la massima concentrazione di determinati principi attivi. Importante ricordare che la raccolta, la detenzione, l’utilizzazione e la coltivazione delle piante officinali, ossia di quei vegetali in grado di fornire medicamenti detti “droghe”, in Italia sono disciplinate da apposite leggi.

 

Testo revisionato e adattato dalla redazione di Occulto Mundi

Fonte: Erbe Che Curano, La Farmacia di Gaia, Demetra